Conoscenze micofloristiche del Pigelleto
Dr.ssa Elena Salerni
Dipartimento di Scienze Ambientali "G. Sarfatti" Università degli
Studi di Siena
Si riportano i risultati di circa venti anni di
indagini micologiche svolte in boschi di Abies alba Miller presenti
all'interno della Riserva Naturale del Pigelleto. La prima fra queste
risale alla fine degli anni '80 e ha riguardato uno studio sulle comunità
fungine in quattro aree (due naturali e due rimboschimenti). Le
osservazioni, durate circa tre anni, hanno portato all'identificazione di
un discreto numero di specie fungine (180) delle quali il maggior numero
è stato contato proprio nelle aree naturali (145). Fra quelle più frequenti e
abbondanti, molte sono risultate a larga ampiezza ecologica (Laccaria
laccata s.l., L. amethystina, Mycena pura, Russula delica). Il
ritrovamento di Lactarius salmonicolor, Caloscypha fulgens, Hygrophorus
pudorinus, Russula cavipes, R. puellaris nelle quattro aree indagate ha
confermato lo stretto legame fra queste specie fungine e la specie
arborea dominante (Abies alba). In generale le comunità fungine
studiate in questa prima indagine sono risultate composte da specie di
transizione fra quelle associate a comunità vegetali tipicamente
montane come le faggete, le abetine e le peccete e quelle di comunità
più termofile. È noto però, che per conoscere a
fondo il contingente fungino di un dato ambiente è necessario
effettuare osservazioni anche a lungo termine. Per questo, alla fine
degli anni '90, due delle quattro aree precedentemente studiate sono
state nuovamente prese in esame al fine di valutare come fossero
cambiate le comunità fungine in esse presenti, quante e quali specie
fossero aumentate, diminuite o scomparse e quali motivazioni potessero
essere considerate alla base dei cambiamenti rilevati. Alla fine dei due
anni di rilevamenti è emerso che, il numero di specie rilevato nelle
due aree è diminuito rispetto a quello contato nella precedente
indagine. Alcune specie (Cortinarius erythrinus, C. flexipes, Lactarius
subdulcis, Rhodocybe nitellina) sono scomparse, mentre altre (Amanita
junquillea, Cantharellus tubaeformis, Hydnum repandum, Lactarius
vellereus, Russula fragilis) sono state trovate per la prima volta.
Tali cambiamenti potrebbero essere imputabili a varie cause, fra le quali, le più probabili, secondo i dati raccolti, sono: il cambiamento delle fitocenosi, i naturali fenomeni di successione ed eventuali cambiamenti climatici. In ultimo si riportano i primi dati relativi ad un progetto di ricerca attualmente in corso volto a chiarire i rapporti trofici che legano i funghi alle orchidee, organismi questi ultimi di estremo interesse sia dal punto di vista ecologico che evolutivo. Recenti studi hanno infatti evidenziato come alcune orchidee aclorofilliche (Limodorum abortivum e Epipactis helleborine) che si associano in modo estremamente specifico con specie fungine, utilizzino queste ultime per formare contemporaneamente simbiosi ectomicorriziche con piante ospiti fotosintetiche. Alla fine del primo anno di indagine nelle undici stazioni (tre delle quali all'interno della Riserva) prese in esame sono state osservate 202 specie di macrofunghi di cui più della metà (118 sp.) sono specie ectomicorriziche. Nelle tre aree individuate all'interno della Riserva sono state contate 79 entità specifiche, il 77 % delle quali sono risultate specie simbionti. Secondo quanto riportato da alcuni autori, il genere ectomicorrizico maggiormente implicato con le orchidee prese in esame è il genere Russula, in particolare le specie Russula chloroidese R. delica. Questa affermazione trova una discreta conferma dai dati emersi dalla prima fase dell'indagine che riguarda la Riserva del Pigelleto. L'intervento si conclude ricordando le giuste motivazioni che hanno portato alla proposta di includere la Riserva Naturale del Pigelleto fra i Siti di Interesse Comunitario secondo la Direttiva Habitat 92/43/C.E.E. Tuttavia in questo importante documento per la salvaguardia della biodiversità i funghi non sono considerati, mentre, come si può intuire anche da quanto esposto, anche ai funghi sono legati ad aspetti che necessitano operazioni di salvaguardia.