Progetto
Life Monte Labbro e Alta Valle dell’Albegna, tutela e gestione della Comunità
Montana Amiata Grossetano
Guido
Ceccolini, Anna Cenerini
Biodiversità snc
Il
sito interessato dal progetto, ha una superficie di 6127 ettari. Si tratta di un
area ad orografia molto complessa, con abbondanza di habitat rupestri, gole
rocciose e praterie sassose, di granda valore naturalistico e paesaggistico.
L’altitudine minima è 260 m s.l.m., mentre la massima, che si raggiunge al
Monte Labro, è di 1193 m s.l.m.. Nella parte settentrionale è presente un
mosaico di coltivi e di pascoli con fitto reticolo di siepi. Presenza di habitat
naturali, seminaturali e arrtificiali, rari in Toscana. Cospique stazioni di
specie endemiche e altre di notevole interesse fitogeografico.
Molto
elevato il valore per l’avifauna, legata agli ambienti rupicoli, alle praterie
rocciose e agli ambienti agro-pastorali “tradizionali”. Tra le specie
nidificanti sono soprattuttto da ricordare, Falco
biarmicus, Circus pygargus, Emberiza hortulana, Falco subbuteo, Lanius senator,
Oenanthe oenanthe, Monticola saxatilis e Monticola solitarius e tra quelle
svernanti Tichodroma muraria e Circus cyaneus. E’ stata rinvenuta inoltre, la
specie prioritaria Canis lupus , favorita dalla presenza numerosa di ungulati.
Fra gli anfibi sono presenti Salamandrina terdigitata, Bombina pachypus e Rana italica, specie endemica dell Italia appenninica, e fra gli invertebrati il lepidottero Eupalgia quadripunctaria.
La
presenza di vaste estensioni di Formazioni erbose secche su substrato calcareo
con stupende fioriture di orchidee (1.200 ha) e di Foreste di valloni di Tilio-
Acerion, entrambi habitat prioritari, e di corsi d'acqua a dinamica naturale o
seminaturale, che raggiungono complessivamente gli oltre 20 km, conferiscono
all’area ulteriore importanza.
I
principali problemi e minacce riscontrate nell’area, riguardano:
Fenomeni di
erosione e degradazione delle Formazioni erbose secche su substrato calcareo con
stupende fioriture di orchidee, a causa di eccessivo pascolamento ed
escursionismo incontrollato, con forte selezione ed aumento di specie spinose
invasive, presenza di sbancamenti, in particolare nalla parte sommitale del
monte Labbro.
Taglio
incontrollato di Foreste di valloni di Tilio Acerion.
Furto
di nidiacei di Falco biarmicus e disturbo nei siti di riproduzione della specie.
Alterazione
dell habitat della specie Euplagia quadripunctaria.
Bracconaggio
su Canis lupus causato anche da conflitti con gli allevatori locali per la
predazione sporadica della specie su ovini al pascolo brado, non
sorvegliato.
Rischio di degradazione dell habitat riproduttivo della
maggiore colonia della Toscana di Circus pygargus per la messa a coltura di
terreni densamente cespugliati a Pteridium aquilinum e Cytisus scoparius.
La scarsa presenza di pozze e stagni, sebbene l area sia ricca
di sorgenti, rende precaria la conservazione delle popolazioni di anfibi e
rettili, in particolare delle specie Bombina pachypus, Salamandrina terdigitata
e Triturus carnifex.
Grave pericolo per la sopravvivenza, a causa dell isolamento
geografico, della ridotta popolazione di Austropotamobius pallipes.
Predazione,
da parte del cinghiale di origine nordeuropea, di uova e giovani di Testudo
hermanni con conseguente invecchiamento della popolazione del SIC e probabile
estinzione a lungo termine.
Disturbo antropico in grotte non turisticizzate, frequentate
da Rhinolophus euryale ed altra fauna troglobia di importanza comunitaria.
Cambiamento di colture tradizionali con distruzione di siepi,
cespuglieti anche a Juniperus communis, sito di nidificazione di Lanius collurio
e di altre specie minacciate.
Scarsa presenza di grandi alberi con cavità idonee al rifugio
di specie di chirotteri forestali.
Presenza di rimboschimenti con specie arboree alloctone come
Abies cephalonica, Larix decidua e Cedrus libani.
Presenza di numerosi elettrodotti a media ed alta tensione che
possono causare la morte, per elettrocuzione o impatto contro i cavi, di Falco
biarmicus, Pernis apivorus, Circaetus gallicus ed altri uccelli di grandi
dimensioni. Tendenza all aumento delle linee elettriche per lo sviluppo dello
sfruttamento geotermico in zona.
Il
progetto Life Natura, dopo una prima fase di studio delle caretteristiche
ambientali e socio-economiche del territorio,svolta in collaborazione con
l’Università di Siena, è passato in un secondo momento, alla progettazione e
realizzazione di interventi con lo scopo di proteggere gli habitat e le specie
animali e vegetali, più rere o minacciate a livello europeo.
Riportiamo
brevemente solo alcuni degli interventi realizzati:
Acquisto della parte sommitale del Monte Labbro (56 etteri), con
installazione di una recinzione, per impedire l’accesso agli automezzi,
evitando in questo modo il calpestio e il danneggiamento delle praterie.
Protezione
delle praterie, cercado di ritardare l’evoluzione di queste aree verso un
cespuglieto, causa l’abbandone del pascolo e delle coltivazioni, attraverso
interventi di asportazione della vegetazione infestante (circa 30 ettari).
Creazione e riqualificazione di 40 piccole zone umide, tra le
quali alcuni fontanili, favorendo l’incremento della biodiversità e del
prezioso contingente di Anfibi (salamandrina dagli occhiali, ululone dal ventre
giallo…)
Riqualificazione del Torrente Onazio con la creazione di piccoli
sbarramenti in legno e pietrame, potenziali siti di riproduzione di insetti
acquatici ed anfibi.
Protezione della Testudo hermanni con individuazione di una radura
adatta alla roproduzione della specie e messa in sicurezza dell’area con una
recinzione per impedire l’ingresso ai cinghiali.
Eliminazione graduale dei rimboschimenti di conifere esotiche come
l’abete greco, l’abete di douglas e ilpino nero, favorendo così
l’ingresso di specie locali, come roverella, acero campestre e carpino nero e
quindi la ricostituzione della vegetazione naturale che caratterizza la zona.
Protezione delle grotte e delle colonie di chirotteri.
Alle
azioni dirette sul territorio si sono aggiunte la diffusione di materiale
informativo e divulgativo sul valore ambientale del SIC e ZPS e sul Progetto
LIFE Natura e la stesura di un Piano di gestione che, negli anni a venire, potrà
gettare le basi per la salvaguardia dell'Alta Valle dell'Albegna.