Il LIFE è uno strumento finanziario di sostegno alla politica ambientale della Comunità Europea, adottato per la prima volta nel 1992. Il programma LIFE si articola in tre grandi campi d'azione: Ambiente, Natura e Paesi Terzi. Finanzia azioni pilota, innovative, finalizzate ad integrare le questioni di tutela ambientale con la pianificazione e la valorizzazione del territorio. I contributi sono assegnati ai migliori progetti, soprattutto ad alto contenuto dimostrativo. Nell'ambito dello strumento LIFE Natura le azioni di conservazione della natura sono quelle "necessarie per mantenere o ripristinare gli habitat naturali e le popolazioni di specie di fauna e flora selvatiche in uno stato soddisfacente". In pratica, LIFE-Natura deve contribuire all'applicazione delle Direttive comunitarie "Uccelli" (79/409/CEE) e "Habitat" (92/43/CEE) ed in particolare, all'instaurazione della rete europea per le aree protette - NATURA 2000 - diretta alla gestione ed alla conservazione "in situ" (nel loro ambiente naturale) delle specie della fauna e della flora e degli habitat più preziosi dell'Unione Europea.

Il SIC del Pigelleto si colloca a cavallo della dorsale che collega il cono vulcanico dell’Amiata col gruppo calcareo del M. Civitella, nel comune di Castellazzara. La morfologia è collinare dolce, solo localmente accidentata. Altimetricamente il SIC è compreso tra m 600 del T. Scabbia (quota minima) e m 969 di P.gio Pampagliano (quota massima). L’area è interessata, per gran parte della sua estensione, dalla formazione delle argille, argille e marne siltose, con intercalazioni calcaree, calcareo-marnose e calcarenitiche, brecciole calcaree, arenarie di vario tipo e scisti silicei. Presenti inattive due miniere di mercurio. L’area ricade nel tipo climatico B4 umido. La precipitazione media annua, riferita alla stazione di Piancastagnaio, è di mm 1.270, la temperatura media annua di 11,3°c.

L’area risulta coperta per la maggior parte della sua estensione da boschi caducifogli in cui si rileva la presenza di Abies alba indigeno a quote modeste. Queste cenosi boschive sono prevalentemente a carattere misto e si possono distinguere in base alla specie dominante in formazioni con Fagus sylvatica; formazioni con Q. cerris, boschi di limitata estensione dove Abies alba diviene la specie dominante e formazioni a dominanza di Corylus avellana e Carpinus betulus in corrispondenza di ambienti di forra.

La presenza di popolamenti di probabile origine autoctona costituisce un aspetto di rilievo sia per l’ambito locale che per quelli regionale e nazionale in quanto le popolazioni di questa specie autoctone ancora presenti sono ridotte a pochi lembi relitti. Necessita quindi una migliore conoscenza sui caratteri genetici e predisporre le azioni necessarie per la loro conservazione.

 

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